Vai al contenuto
Taglio a cuore storiedigemme

Taglio a Rosa

Antico ed unico (a base piatta)

Indietro a Storia del Taglio

Storia delle gemme

Sezione laterale

Sezione superiore

Sezione Inferiore

Anno di creazione

XVI secolo

Tipo di Taglio

Singolo: A fondo piatto  Doppio: speculare a cupoletta

Numero Faccette

Totale

Variabile

Parte superiore

Variabile

Parte Inferiore

1 a Variabile 

Caratteristiche generali

I diamanti con taglio a rosa oggi

Il Taglio a Rosa sui diamanti si diffuse successivamente, rispetto alle altre pietre preziose. Il modello iniziale consisteva generalmente in una base piatta sormontata da una cupola con sei facce triangolari al centro. Al centro, ci sono in genere sei facce di forma triangolare. Una pietra circolare è la migliore per la Rosa, poiché le sfaccettature vengono evidenziate in modo più regolare e più facilmente lucidate che in una pietra con un contorno meno simmetrico.

I primi tagliatori ponevano sfaccettature posizionandole casualmente solo per condurre il grezzo malformato ad una certa forma estetica, esponendo, allo stesso tempo, alcuni movimenti di luce all’interno delle pietre e consentire una visione della loro acqua interna (trasparenza). Tra la sommità della cupola e la base c’erano strati intermedi di 6, 12 o 18 sfaccettature aggiuntive.

I diamanti con taglio a rosa possono essere modellati in forme rotonde, marquise, ovali, a cuscino o a pera rifinite con le loro tipiche sfaccettature triangolari lungo la parte superiore e avranno l’aspetto di pietre più grandi di carati a causa delle loro forme piatte. Oggigiorno, le forme di delineazione prevalenti sono su base circolare, ovale o a goccia, ma esistono anche contorni più fantasiosi.

Questo tipo di lavorazione permette di ritenere la maggior parte del suo peso in carati della pietra grezza, il peso si concentra maggiormente lungo la cintura, che è lo spazio perimetrale attorno al diamante. Un diamante tagliato a Rosa ha un fondo piatto che di solito è un piano di sfaldatura e per definizione, non ha padiglione (può avere una sfaccettatura speculare, se doppio). La corona è più o meno profonda ed è ricoperta da sfaccettature triangolari in un disegno specifico, con gli apici delle faccette eventualmente convergenti in un punto, sulla punta più alta della gemma.

Storia

Il Taglio a Rosa è uno dei più antichi e fu possibile effettuarlo solo aver scoperto come colpire e separare i piani di sfaldatura del diamante. Questa comprensione avvenne possibilmente dopo la scoperta del Taglio a Tavola e più probabilmente dopo quello Singolo o quello Francese.

Due famosi tagliatori di diamanti sono accreditati per la sua creazione: Giovanni delle Corniole (1470 circa 1516, artista, incisore, parte del gruppo di esperti che nel 1503 decise la posizione del famoso “David” di Michelangelo. Egli divenne famoso anche per aver creato cammei per Lorenzo de’ Medici, parte della collezione d’arte “Gran Ducal” a Firenze), e il genovese Giacomo Tagliacarne (fondatore della gemma del Rinascimento italiano.

Nel trattato del 1768, Le Vite de pittori scoltori, et architetti Genovesi, viene dedicato a lui un capitoletto, nel quale l’autore scrive:

“….Giacomo Tagliacarne, noto genovese, il quale circa l’anno 1500 incassando le gioie e effigiando in esse qualunque cosa gli veniva in capriccio, mosse la penna di Camillo Leonardo..”

A lui viene dedicato anche un passaggio del testo Della Vita Privata dei Genovesi, di Luigi Tommaso Belgrano, del 1875:

“E qui poi il luogo di rammentare come fosse allora in gran voga e pregio 1’ arte dello intagliare le pietre dure; imperocché tra nomi del Marmita da Parma, di Giovanni dalle Corniole, Domenico de’ Cammei, e più altri meritamente famosi, vuol essere annoverato quello del genovese Giacomo Tagliacarne. Intagliava costui le gemme, ed effigiavate a meraviglia; e l’opere di lui ricercatissime erano in tutta Italia. Onde il suo contemporaneo Camillo Leonardo, bene a diritto il ricorda fra coloro che maggiormente si distinguevano in cotal magistero.”

Purtroppo, i testi non fanno menzione delle tecniche o degli stili di taglio applicati dai due mastri lapidari.

È presumibile che, una volta scoperta la non intoccabilità del diamante, le forme di sfaccettatura che venivano applicate a questa gemma si estesero anche alle altre. L’utilizzo della polvere di diamante per la levigatura non era nuovo (era già ben nota da molti secoli), non fu questo un fattore determinante nella nascita dell’arte lapidaria moderna.  Fu il gusto estetico che principalmente mutò e, unito che macchinari maggiormente avanzati, permise di operare le nuove forme di lavorazione sia al diamante, che a tutte le altre gemme che, anche se si prestavano all’intramontabile taglio a Cabochon, iniziarono ad assumere forme maggiormente simmetriche e squadrate. Le tecniche di lavorazione erano tenute segrete da coloro che le conoscevano, ma con il tempo era inevitabile che venissero carpite da un numero sempre maggiore di lapidari. Il Taglio a Rosa si avvale di molteplici piani di inclinazione e quindi implica una conoscenza delle direzioni di scissione e le direzioni di minore durezza di un diamante. Data la forma regolare di alcuni cristalli (perfettamente ottaedrici), non è difficile immaginare come la simmetria, l’armonia di lati regolari e uguali che risultavano naturalmente dalla sfaccettatura di questi cristalli sia stata poi prestata a tutte le altre pietre. Rubini, zaffiri e smeraldi, meno duri del diamante, non avevano bisogno di essere scissi come faceva quest’ultimo, però eventualmente assunsero stili di taglio che precedentemente non avevano riscosso grande popolarità. I tagli ancora rudimentali dei diamanti non davano loro la brillantezza e la dispersione alle quali siamo abituati oggi. Per questo, quasi tutti i diamanti antichi di taglio a rosa sono provvisti di laminatura nella parte posteriore (quella nascosta dalla incastonatura) per migliorarne gli effetti di luce. Benvenuto Cellini, nel 1558, distinse i principali tipi di taglio del diamante in tre gruppi: rose, sfaccettati e a punta.

Questo tipo di lavorazione fu introdotto anche perché non tutti i diamanti grezzi vengono con forme regolari, per esempio quelle geminate chiamate macle o quelle di origine super-profonda che possono essere del tutto irregolari.  Quando la perdita di grezzo, se modellata con uno stile di taglio diverso (tipo quello a punta, tavola o successivi, con la presenza di un padiglione) è evidentemente molto grande, il taglio a Rosa permette una ritenzione di una gran parte di peso.

Forme appuntite con corona sfaccettata e nessun padiglione andavano sotto il termine di Rose Gotiche. Di fatto, questi stili intermedi, avrebbero dovuto prendere il nome di Tagli Gotici dal Fondo Piatto (Gothic Flat-Bottomed Cuts) – nomenclatura più accurata, ma meno attraente.

I primi tagli di rose presentavano da tre a sei sfaccettature su una punta di cristallo con fondo piatto. Nel corso del tempo, il numero di sfaccettature sui diamanti con taglio a rosa è aumentato con l’evoluzione del taglio del diamante.

All’inizio, le rose gotiche erano solo sfaccettate a seconda della pietra grezza da cui venivano ricavate e non avevano un disegno standard, il lapidario seguiva la cristallografia della pietra naturale e applicava solo un piccolo numero di sfaccettature ed era talora costretto ad aggiungere ulteriori faccette quando il grezzo non favoriva la semplicità, o per ottenere una buona lucidatura, o per eliminare evidenti difetti e irregolarità.

Una delle testimonianze più antiche di questo taglio, non si trova in un gioiello antico, ma nel dipinto Allegoria con Venere e Cupido (detta anche Allegoria del Trionfo di Venere) di Agnolo Bronzino, realizzato tra il 1540 e il 45 e oggi ospitato nella Galleria Nazionale di Londra. Il lavoro fu commissionato intorno al 1540, per ragioni di opportunità politica. Fu Cosimo I de’ Medici che decise di omaggiare Francesco I, re di Francia, inviandogli il quandro in dono.

Nel XVII secolo, si ampliarono le varietà di stili di taglio di diamanti e pietre preziose in generale.

Anche tra i tagli a Rosa si osservarono forme e sfaccettature centrali distinte (triangolari, losanghe, aquiloni) in combinazione con un numero di faccette quasi sempre determinate dalle dimensioni della gemma. La simmetria, non sempre presente, partiva del centro della cupola e si moltiplicava nei piani successivi: quattro, sei o otto volte.

Mentre la grande maggioranza dei tagli a Rosa mostrava una struttura simmetrica, alcune pietre non seguivano tali criteri. Erano diffuse forme rotonde o pseudo-rotonde, ellittiche, ma erano comuni anche sagome oblunghi che richiedevano una differente disposizione o dimensione delle sfaccetature. Per produrre pietre ovali più grandi era necessaria l’aggiunta di facce trapezoidali tra il centro e la cintura. Esempi importanti della ricchezza di stili si trovano nelle insegne liturgiche ed elettorali degli arcivescovi e principi elettori di Treviri (Carl Karl Kaspar von der Leyen, 1652 al 1676, e Johann Hugo von Orsbeck, 1676 al 1711) e Colonia (Maximilian Heinrich von Bayern,1650 al 1688).

Rubino, zaffiro, peridoto, granato (piro-almandino ed essonite) e quarzo (cristallo di rocca e ametista), oltre al diamante erano le gemme che furono maggiormente sfaccettate con taglio a rosa per impreziosire i gioielli europei del tempo.

Tagli indicati anche come rose o mezze rose olandesi visto nei diamanti erano tra le forme più “gettonate” dell’epoca.

I tagliatori belgi e olandesi, specializzati in questo stile, modellavano i grezzi sottili/meno profondi con questo taglio. La possibilità di creare gemme più grandi da cristalli che normalmente non avrebbero portato posto sul mercato o che avrebbe solo prodotto minuscole pietre contribuì ad aumentare la presenza di diamanti e rubini e materiale più raro durante la seconda metà del XVII secolo. La forma a cupola divenne sempre più alta man mano che la loro popolarità cresceva. Oltre alla ritenzione del peso, questo tipo di lavorazione offriva altri vantaggi. Le pietre così modellate mostravano una considerevole luce riflessa (chiamata scintillio), tuttavia erano caratterizzate da minor dispersione (fuoco, lampi di luce colorata) rispetto a quelle a taglio a brillante moderno. 

Nel mondo anglosassone, in epoca georgiana (1714 – 1830/37,) e vittoriana (1840-1901) i diamanti taglio erano ancora in auge. Essi si prestavano bene agli ambienti con condizioni di scarsa illuminazione proprio per le loro sfaccettature ampie e grandi. Queste pietre venivano viste come simbolo d’amore. Per esempio, la Piccola Corona di diamanti (Small Diamond Crown, del 1870) della Regina Vittoria comprende una cornice d’argento traforata incastonata con 1.187 diamanti taglio brillante e taglio a rosa in montature a colletto aperto.

Questo stile di taglio rimase popolare fino agli inizi del XX secolo, tuttavia nell’ultimo decennio hanno avuto una rinascita di popolarità. Alcuni gioiellieri indipendenti hanno iniziato a utilizzare più frequentemente questo stile a causa della crescente richiesta di anelli di fidanzamento “vintage”, in stile antico. Alcune celebrità di cinema e televisione hanno scelto diamanti con tale finitura per il loro momento più importante, la proposta di matrimonio.

Tagli a Rosa oggi sono anche comuni per le pietre d bigiotteria oppure per gemme del tutto particolari, come per esempio i diamanti “sale e pepe”.

Nome: Questo stile prende il nome dalle sfaccettature, tipicamente sulla parte superiore di un diamante a forma di cupola, che ricordano i petali o il bocciolo di una rosa. Questa parte superiore a forma di cupola presenta un motivo a griglia, che conferisce al diamante un bagliore caldo e invitante. Le faccette triangolari e sembrano puntare verso il bordo o il centro del diamante.

Una fonte di confusione fu, inizialmente, il termine Rosa, originariamente usato per descrivere grappoli di pietre poi chiamati Rosette.

Altri nomi: Taglio Gotico dal Fondo Piatto

In Inglese: Rose Cut

Processo di sfaccettatura

Per la sua forma unica, il taglio a cuore rappresenta una vera e propria sfida, ed è il risultato di una grande perizia artigianale: il tagliatore, infatti, deve essere in grado di ricavare il massimo della brillantezza dalla pietra, attraverso un taglio che presenta notevoli difficoltà e richiede corrette proporzioni.

Il taglio a cuore è caratterizzato da una forma simmetrica a cuore, con faccette uniformi e un punto distintivo nella parte inferiore. Le dimensioni del taglio a cuore possono variare notevolmente, ma il rapporto tra la larghezza e l’altezza della pietra dovrebbe essere di circa 1:1.

Variazioni: molteplici ma poco conosciute (artistiche)

Ritenzione peso

Alta

Popolarità  

Popolare per molti secoli, oggi reintrodotta per alcuni tipi di pietre (per esempio i diamanti sale e pepe o quelli bianchi.

Esemplari famosi

L’attrice Lily Collins ricevette un anello di fidanzamento con diamante taglio a Rosa disegnato da Irene Neuwirth. Fu il regista Charlie McDowell a donarle il particolare monile, quando le chiese la mano nel deserto del New Mexico.

Camila Alves ha ricevuto in dono un anello di fidanzamento con diamante taglio rosa con pietre laterali più piccole da Matthew McConaughey.

Jennifer Aniston è stata vista con il suo raffinato anello di fidanzamento con diamante taglio rosa da 10 carati dal suo allora fidanzato Justin Theroux.

Pezzi antichi:

Charles William King, (1818-1888) nel suo “la Storia Naturale delle Pietre preziose, delle gemme e dei metalli preziosi“, del 1867, cita “un esemplare senza precedenti di capriccio e stravaganza orientale: un anello da dito ritagliato da un pezzo di smeraldo di qualità straordinariamente pura, con due gocce di smeraldo e due colletti incastonati di diamanti taglio a rosa e bordi di rubini su montature orientali, già appartenuti a Jehanghir, figlio di Akbar, imperatore di Delhi, il cui nome è inciso sull’anello. Questo anello fu presentato da Shah Soojah alla Compagnia delle Indie Orientali e venne acquistato da Lord Auckland, quando era governatore generale dell’India.

Indietro a Storia del Taglio

Storia delle gemme