Taglio a Tavola
Il primo vero stile di sfaccettatura
Sezione laterale
Sezione superiore
Sezione Inferiore
Anno di creazione
XII-XV secolo
Tipo di Taglio
Primitivo, pre-taglio a smeraldo e brillante
Numero Faccette
Totale
9 o 10
Parte superiore
5
Parte Inferiore
4 o 5
Caratteristiche generali
Il taglio a tavola del diamante non sarebbe stato poi così difficile da capire per gli antichi. Su un ottaedro, l’apice rappresenta un orientamento di taglio a quattro punti, quindi indipendentemente dal modo in cui l’ottaedro terminava, la grana di diamante avrebbe macinato con successo la punta in una ruvida sfaccettatura a tavola.
Una volta che il diamante perse la sua mitologica invulnerabilità, suggerita, per esempio, da nome stesso che derivava dall’antico greco a-damas, ossia non domabile, iniziò la pratica della lavorazione. Probabilmente, proprio in questo frangente storico, la gemma perse anche quella a iniziale, e da adamante passò a diamante. Le prime pietre sotto forma di tagli a punta, i tagliatori si resero conto che le loro azioni avevano un’influenza sulla bellezza della pietra finita. Gli angoli delle sfaccettature del padiglione si dimostravano di essere direttamente correlati alla capacità della pietra di restituire la luce nella direzione degli occhi dello spettatore. Una sfaccettatura a tavola migliorò immensamente l’aspetto di una pietra. Come il taglio a tavola venne operato sui diamanti, resta un punto di domanda: la sfaldatura corre parallela ai lati dell’ottaedro (diagonali rispetto alla parte superiore della corona), mentre il processo di segare il diamante fu nominato da De Laet, per la prima volta, nel 1647. Oggi, comunque, si sa che nel diamante esistono diversi piani di debolezza atomica, al di la di quelli paralleli alle quattro assi di sfaldatura: la distribuzione degli atomi in piani paralleli a due assi cristallografici, cioè nei piani del cubo ( da punta a punta, in orizzontale e verticale, attraverso i vertici della pietra) è tale che la densità reticolare è minore che nei piani dodecaedrici/rombici o ottaedrici. Di conseguenza, le facce del cubo sono le più facili da lucidare. Questo fatto è noto da tempo anche ai tagliatori di diamanti. È quindi evidente il motivo per cui è vantaggioso tagliare i diamanti in modo che la tavola sia parallelo a una faccia del cubo. Come questa operazione venisse operata nella prima metà del secondo millennio, non è ancora del tutto chiaro.
Storia
Il taglio da tavola fu comunque inventato o introdotto in Europa intorno al 1400. Non se ne conosce bene l’origine e la presunta paternità viene contesa da lapidari europei, mediorientali o indiani.
Esistono delle imitazioni in vetro, che copiano pietre con taglio a tavola, in un paio di fibbie per cinture ornate con una gemma blu ed una bianca. Esse erano forse state messe per replicare pietre di maggior valore quale lo zaffiro ed il diamante. Le fibbie, di cui non si hanno notizie precise, risalirebbero al XIII-XIV secolo e vennero scoperte in territorio persiano (attuale Iran).
Nella prima metà del XV secolo, le forme principali regolari della maggior parte dei diamanti tagliati erano quelle a punta e a tavola, entrambe le forme erano basate sull’ottaedro. Per la maggior parte, si trattava di piccole pietre usate come accenti per completare pietre grandi, colorate, tagliate a cabochon. Il taglio a smeraldo è una evoluzione taglio a tavola. Il taglio dello smeraldo è stato registrato per la prima volta nell’ anello di fidanzamento di Maria di Borgogna. Tale simbolo d’unione le fu donato dall’arciduca Massimiliano d’Austria nel 1477. L’anello era incastonato con un diamante tagliato a punta e e pezzi di diamanti a tavola a forma di “M”. È probabile che questo evento abbia dato inizio alla tradizione dell’anello di fidanzamento con diamante.
Quando, intorno al 1500, divennero di moda i tagli a tavola, molti tagli a punta furono trasformati secondo questo nuovo stile. Entrambi i tipi erano spesso dotati con lamine riflettenti, nella parte inferiore, per massimizzare il ritorno della luce. Durante il passaggio dal periodo rinascimentale al barocco (dal 1600), il Taglio a Tavola perse gradualmente la sua popolarità e venne sostituito da stili maggiormente elaborati, quali quello a Rosa ed i predecessori del Taglio a Brillante.
Dipinti:
Poiché praticamente tutti i diamanti antichi vennero eventualmente ri-tagliati, testimonianze di queste pietre si possono spesso solo ottenere da quadri dell’epoca. Tra gli accurati dipinti di questo genere ci sono quelli di un artista di nome Hans Mielich. Da qualche parte tra il 1552 e il 1555 dipinse la collezione di gioielli della duchessa Anna d’Austria (1528-1590), moglie di Alberto V di Baviera, con un grande occhio per i dettagli nelle pietre preziose.
Nome: di origine incerta, relativo all’antico linguaggio estinto (osco)umbro (VII-I secolo a.C.) tafle “alla tavola”. Certamente passato dal latino Tabula, dalla radice di origine greca Ta = stendere, essere steso (tany-mai=stendo) ed il suffisso -bula (parlare). Alcuni vedono l’etimologia della parola risalire alla radice Stab (come in stabile). Curiosamente, sia in inglese (table, dal francese antico) che in italiano (tabula/tavola), il termine ha iniziato a girare intorno al XII secolo.
Il termine è rimasto fino ai giorni nostri ed indica la faccetta centrale, la parte superiore della corona nel taglio delle pietre preziose.
Altri nomi: a tabla, tabula.
In Inglese: Table Cut
Processo di sfaccettatura
I primi tagli a tavola erano, infatti, tagli a forma bipiramidale con una punta completamente rimossa e l’altra trasformata in un apice piatto. (la punta veniva rimossa su entrambe le sezioni, quella superiore e quella inferiore, con la differenza che quella superiore era molto più ambia, mentre quella alla base della gemma era minore, ne riduceva la profondità, rendendo le pietre di maggiori dimensioni più facili da montare ed indossare e riducendo il rischio di scheggiatura del vertice più basso.
Variazioni: taglio a specchio. In questo tipo di lavorazione la tavola era di dimensioni molto più ampie, tanto da avere l’aspetto di uno specchio riflettente.
Forme stravaganti con la punta piatta al posto della punta abituale erano chiamate Coxcomb (a pettine di timone?), Calf’s Head (a testa di vitello), ecc. Queste erano, in effetti, variazioni del popolare Taglio a Tavola.
Il taglio a punta borgognona (Burgundian Cut)
Tuttavia, non tutti i cristalli di diamante sono ottaedrici. Si trovano comunemente cristalli dodecaedrici e venivano trattati allo stesso modo dai tagliatori di diamanti del XVI secolo. Le irregolarità sarebbero levigate e le facce levigate. Quando un dodecaedro è orientato con quattro facce rivolte verso l’alto, emerge un disegno chiamato Burgundian Point Cut
Ritenzione peso
Variabile
Popolarità
Caduto in disuso
Esemplari famosi
Diamante Shah Jahan con Taglio a tavola: I registri indicano che il diamante di taglio a tavolaShah Jahan risale al periodo classico dell’Impero Mogol (1556-1707). Questa particolare pietra è un diamante molto caratteristico da 56,71 carati, ottagonale, rosa chiaro e taglio a tavola. Al Victoria and Albert Hall Museum di Londra è appeso un ritratto di Shah Jahan dipinto da Nadir uz-Zaman. Reso nel 1616-17, questo dipinto lo raffigura con in mano un sarpech (ornamento a turbante) incastonato di pietre preziose.
Il diamante Grande tavola (Grand Table in francese, oggi scomparso) fu segnalato per la prima volta dal mercante di gemme Tavernier, nel 1642. Pesava, secondo la documentazione storica relativa, 242.31 carati, era di color rosa pallido e da esso furono ottenuti i famosi Darya-i-noor e il Nur-ul-ain all’inizio del 1800.
Il Diamante Rinascimentale Guilhou, risalente al XVI secolo.